26. 9. 2014
Il giorno in cui si celebra la Commemorazione dei defunti, che nella Chiesa Cristiana ricorre nella data del 2 Novembre, è una tradizione annuale che, anticamente, si soleva far precedere da una novena.
L’idea di dedicare un giorno dell’anno liturgico al ricordo dei fedeli estinti prende forma nel corso dell’epoca bizantina; questo popolo, infatti, era solito celebrare tutti i morti in occasione del sabato precedente alla seconda domenica prima dell’inizio del tempo di Quaresima.
L’origine della celebrazione
Secondo la tradizione, l’introduzione del rito di commemorazione dei defunti in ambito Cristiano si deve al monaco benedettino Sant’Odione, che nel corso dell’anno 998 stabilì che dopo i vespri del 1° Novembre le campane della sua abbazia di Cluny fossero fatte suonare con rintocchi funebri a memoria di tutti i fedeli che avevano già abbandonato la vita terrena. Il riconoscimento ufficiale di questa tradizione, ciononostante, non arrivò prima del XIV secolo.
L’idea di celebrare la memoria dei propri cari passati a miglior vita risponde al desiderio di stabilire un contatto capace di resistere al distacco imposto dalla morte e alla necessità di dare ad essa un senso che giustifichi il dolore che essa comporta. Ricordare i propri defunti, quindi, è un modo per sentirli vicini, ma anche un’operazione figlia del desiderio di non scalfire il ricordo di una persona cara rinnovandolo almeno una volta all’anno con lo scopo di sentire più vicina la sua anima e di intercedere per la sua salvezza agli occhi di Dio.
Le tradizioni legate alla Commemorazione del Defunti
In Italia, la tradizione legata alla Commemorazione dei defunti impone la visita dei cimiteri nei quali sono sepolti i propri cari. A questa tradizione si accompagna quella di visitare una o più chiese con lo scopo di ottenere l’indulgenza plenaria.
All’interno di molte città italiane, si suole accompagnare le celebrazioni in onore dei defunti con quella, più frivola, di preparare alcuni piatti tipici; in Sicilia, ad esempio si preparano le ‘’Ossa di morto’’, ossia dei biscotti di forma tondeggiante sormontati da una glassa dura e secca, oltre alle ‘’Rame di cioccolato’’, biscotti più grandi delle suddette Ossa di morto, realizzati con un impasto di cioccolato ricoperto da una glassa allo stesso gusto. E’ di tipo culinario anche la tradizione trevigiana di cucinare e mangiare durante la giornata del 2 di Novembre particolari focacce chiamate ‘’Morti Vivi’’.
Sempre in Sicilia, vige ancor oggi la tradizione di regalare giocattoli e dolciumi ai più piccoli; secondo una vecchia credenza popolare, infatti, durante la notte tra il primo ed il secondo giorno di Novembre sarebbero state le stesse anime dei defunti a portare in ogni casa doni e cibo da consegnare alle famiglie e, in particolare, ai bambini. Una tradizione simile è quella ancora viva a Massa Carrara: si crede infatti che nell’occasione della data di Commemorazione dei Defunti, questi ultimi affidino ai loro parenti più prossimi l’incombenza di provvedere a portare cibo e viveri a quanti ne hanno più bisogno.
Nella zona del Monte Argentario sopravvivono due tradizioni; la prima impone di cucire sugli abiti dei bambini orfani delle tasche, con lo scopo di invitare tutti coloro che dovessero incontrarli a donare loro qualche moneta. La seconda, invece, suggerisce di collocare sulle tombe dei bambini defunti delle scarpe pensando così di invitare le loro anime a tornare in mezzo ai vivi.