24. 12. 2014
Il Natale è tra le festività religiose più importanti dell'anno, seconda soltanto alla Pasqua di Risurrezione. La magia che avvolge il periodo natalizio abbraccia tutti, senza escludere nessuno. Nel bene e nel male ciascuno di noi si sente chiamato in causa, toccato nel profondo ad una riflessione attenta, che deve assolutamente andare ben oltre i banchetti, i doni, le risa, i parenti e gli amici. Il consumismo fine a sé stesso è meglio accantonarlo in un angolo, altrimenti si finirà col non riuscire a cogliere il vero senso di questa speciale ricorrenza. Per non cedere il passo alla tristezza o alla gioia effimera, è il caso di acquisire maggiore consapevolezza, andando oltre l'apparenza, ed avvicinandosi di più alla spiritualità. Vuoi fare chiarezza? Rispolveriamo insieme le radici storiche del Natale.
L'origine del Natale: alcuni chiarimenti indispensabili
Le origini della festività sono molto antiche, e precedono addirittura la nascita stessa del Cristo. Il popolo celtico celebrava il solstizio invernale, la giornata meno duratura dell'anno, come transizione da una stagione ad un'altra. I germanici, invece, festeggiavano nel giorno del 25 dicembre la festa solstiziale di Yule. Convinti che nella notte del 24 i morti tornassero a fare visita alle proprie famiglie, i credenti imbandivano a festa le tavole, così da accoglierli nel migliore dei modi. I romani, a partire dal 17 fino al 23 dicembre, festeggiavano i Saturnalia, giornate in cui venivano bandite le lotte per fare posto all'armonia ed al divertimento (la struttura sociale era sovvertita, e poteva capitare che i padroni servissero gli schiavi), così da rendere grazie al dio dell'agricoltura Saturno. Il Natale ha acquisito il significato che ancora oggi ricopre solo nel IV secolo d.C., nel momento in cui il cristianesimo, perseguitato per anni, riuscì a fare proprie tutte le credenze delle religioni antecedenti. Fu papa Giulio nel 337 d.C. a stabilirne la data, almeno in Occidente (in Oriente si festeggiava il 6 gennaio). Tra l'altro, bisogna anche precisare che Gesù di Nazaret non sarebbe nato nell'anno zero, bensì circa sette stagioni prima. Questo sbalzo è figlio di un errore di calcolo commesso da Dionigi il Piccolo, un monaco del VI secolo che decise di dividere la storia della civiltà umana in due porzioni, prima e dopo Cristo.
I simboli tipicamente natalizi: il presepe e l'albero
Più genericamente, torniamo adesso ai giorni nostri, cercando di dare un significato preciso agli oggetti tipicamente natalizi, il presepe e l'albero di Natale. Il presepe è tra i simboli più forti in assoluto, introdotto per la prima volta da San Francesco in rappresentanza della Natività sotto forma di allegoria (la stella, ovvero la luce, nasce tra l'umanità, Giuseppe e Maria, e l'animalità, il bue e l'asinello, e rappresenta il Cristo Re, cui verrà resa gloria con i tre doni dell'incenso, dell'oro e della mirra). Da qui, gli artisti ne hanno tratto ispirazione arricchendo la rievocazione della nascita con sculture di ogni genere. L'usanza relativa alla preparazione dell'Albero di Natale affonda le proprie radici nel Nord Europa, dove veniva adorato Odino, una divinità che si credeva avesse tratto la propria conoscenza da un albero particolare. Altrettanto suggestiva è la leggenda che racconta le gesta di un uomo che, rientrando a casa proprio nella notte del 25 dicembre, si imbatté in uno scintillante gioco di stelle, scorto tra i rami di un abete. Da lì, nel tentativo di spiegare alla moglie la bellezza vista, decise di riprodurla addobbando a sua volta un abete con alcune candele accese.